Buco
Buco


Putignano (Ba)
Fu nei primi anni 70 uno dei riferimenti di controcultura più attivi, validi e straordinari non solo al Sud. Il Buco fu giornale (ne uscirono 5 numeri, dapprima con contenuti controculturali, poi con tematiche situazioniste e oltre), editrice (pubblicò alcune cose di Vaneigem ed un manuale d'uso con indicazioni per espropri nei grandi magazzini e critica della merce) e centro di iniziativa (tra le altre quella del raduno di Martinafranca, assieme a Stampa Alternativa)
(scheda tratta da 1968-1988 Arte psichedelica e controcultura in Italia edito da Stampa Alternativa e a cura di Matteo Guarnaccia nel 1988)

N. 0 (vedi copertina...)
N. 1 (marzo 1974): 22x16 cm., 40 pp. in nero e rosso:
«San Paolo: Festival della vita», «Difendersi dai fascisti non è reato. Compagno Marini sarai liberato», «Coordinamento Centro-Sud», «Contro il fermo di droga», «Paperorock», «Considerazioni sulle riforme e i sindacati», «L'impero Chiesa e i suoi derivati», «Strutture alternative. La comune», «Controinformazione droga», «Gangsters o rivoluzionari?»;
N. 2 (ottobre 1974): 21,8x15,8 cm., 16 pp., bianco e nero:
«La fine dello spettacolo è la festa della fine», «Il problema non è che il PCI sia o meno comunista, ma che è capitalista», «Notizie dalla caserma di Sassari», «Carabinieri, droga e avv. Polignano»;
N. 3 (maggio 1975), 44 pp. Colori:
«La non opposizione», «La riappropriazione della soggettività», «L'opulenza mercantile», «State calmi», «I pendolari non pendolano più», «Lo spettacolo della politica», «Critica della musica»;
N. 4 (aprile 1976); 24,3x15,7 cm., 48 pp. Bianco e nero:
«Cenni per la preistoria del Buco»; «Per una critica dei nuclei radicali in iItalia»; «Della lotta armata o Come lo spettacolo assorbe le ambizioni frustrate seguito da Possibilità di affermare il ludico», «Appunti per una critica radicale dell’ambiente medico»; «Il comunismo e il partito della sopravvivenza pianificata».
In penultima pagina la rivista prende posizione contro la condanna inflitta a Marcello Baraghini per il disegno pubblicato nel libro "Contro la famiglia": «Noi protestiamo contro l’ipocrita condanna del compagno Marcello Baraghini. Essa costituisce un attentato alla libertà, un atto terroristico di repressione. (...). Marcello Baraghini è stato condannato per un «disegno osceno». Il disegno incriminato rientrava in un discorso di riappropriazione del proprio corpo, nel contesto della demistifi cazione della famiglia. Pur non condividendo l’impostazione generale di Stampa Alternativa, noi riconosciamo al compagno Marcello Baraghini una notevole simpatia, e non possiamo che affermare: «la solidarietà non si discute, si dà»”.